I temi legati ai diritti umani, al mondo del lavoro, e a quella parte di umanità spesso ai margini della nostra società, la più esposta e indebolita dalle intemperie della vita, sono una componente essenziale della mia fotografia. Rendere visibili gli invisibili, mettere al centro gli emarginati, ascoltare ogni singolo individuo e dar voce a chi voce non ha è per me di fondamentale importanza.
Temi oggi ancora più importanti, viste le enormi difficoltà determinate da un lunga e profonda crisi - economica, sanitaria, bellica - e alla conseguente speculazione causata da questa fase di emergenza continua che tutto giustifica, dove il costo vivo spesso grava sui soggetti e i gruppi più deboli, ai margini.
La manifestazione bracciantile organizzata e coordinata dalla sede locale dell’USB (Unione Sindacati di Base) e dallo scrittore, attivista e sindacalista Aboubakar Sounahoro* prende forma a ridosso di uno dei due porticati di piazza Vittorio Veneto, antistante la Stazione ferroviaria di Foggia. Il corteo, ormai compatto, proseguirà verso il centro cittadino fino a raggiungere piazza XX settembre, nei pressi della Prefettura, dove nel primo pomeriggio è previsto un incontro tra delegati sindacali ed esponenti delle istituzioni.
Le richieste avanzate dai lavoratori – scandite dagli slogan durante tutto il percorso – sono semplici e fondamentali: salario e orario di lavoro come previsto dalla legge, diritto a ricevere dei documenti validi, utili a porre fine a uno stato di semi-schiavitù fatto di lavoro nero, caporalato e baraccopoli.
Piccola manifestazione bracciantile nei pressi della Prefettura; i lavoratori mostrano i frutti della terra e del duro lavoro.
I braccianti agricoli di origine africana che vivono all’interno di vere e proprie baraccopoli nella provincia di Foggia, nel sud-est del Paese, spesso vittime di gravi abusi e incidenti causati dalle condizioni lavorative, combattono ormai da tempo contro il proprio sfruttamento, lo fanno in condizioni di vita disumane, in un contesto ostile e pericoloso, dove il controllo della criminalità organizzata è capillare e le istituzioni sono spesso assenti.
E’ importante porre l’attenzione sulle modalità delle proteste di questa parte di umanità giunta dal Mediterraneo, essa trae ispirazione dai grandi scioperi agricoli del passato messi in atto nel Meridione d'Italia nei primi anni del ‘900 dal sindacalista e politico Giuseppe Di Vittorio: non violente in linguaggio ed azioni, ma forti e vigorose, decise.