Festa di Sant' Alberto e la tradizione dei palij
Il culto di Sant’Alberto risale al XII secolo, la citta' e la diocesi di Monte Corvino onorarono il loro Vescovo S. Alberto con culto pubblico sin dalla sua morte. In seguito alla definitiva distruzione di Monte Corvino il culto del Santo fu continuato dai cittadini di Pietra, Motta e Volturino che avevano raccolto l'eredita' e la memoria storica dell'antica Monte Corvino. La festa di S. Alberto si celebrava a Pietramontecorvino il 5 aprile ma era spesso impedita dai riti della Settimana Santa o delle feste pasquali. Per ordine del cardinale Orsini, nel 1713 si stabilì che si celebrasse ogni anno il lunedì dopo la domenica in Albis.
Nel 1889, in seguito ad una grave siccita', il popolo invoco' l'aiuto del Santo Patrono con processioni all'interno del paese. La tradizione vuole che S. Alberto, apparso in sogno a due donne di Pietra, suggerisse di effettuare un pellegrinaggio penitenziale ai ruderi di Monte Corvino. Così il 16 maggio 1889 il popolo di Pietra, insieme ai fedeli provenienti da Motta e Volturino, si incammino' verso Monte Corvino con la statua di S. Alberto portata a spalla. La pioggia tanto desiderata arrivo' subito dopo il ritorno in paese, come affermarono gli stessi agricoltori, quell'anno si raccolse "più grano che paglia". Da allora, ogni anno, il 16 maggio la statua di S. Alberto viene portata in processione a Montecorvino fino ai ruderi dell'antica Cattedrale. La statua del Santo e' accompagnata lungo tutto il percorso dai caratteristici palij: lunghi fusti di alberi ricoperti di fazzoletti multicolori, portati eretti da una squadra di persone. Non sappiamo nulla di preciso sull’origine della tradizione dei palij, possiamo solo formulare delle ipotesi: -il palio come rito pagano di fertilità, confluito poi nella pratica cristiana; -il palio come rito propiziatorio dei frutti della terra la cui origine e’ legata al mondo contadino; -il palio che vede la sua origine dai bastoni di legno ai quali i pastori di Monte Corvino appendevano dei fazzoletti; -il palio che ha avuto origine dalla grande quantita' di fazzoletti offerti in chiesa dalle donne che chiedevano al Santo protezione per i loro uomini in guerra;
- il palio preparato per permettere alla gente che resta in paese nel giorno della festa di seguire il Santo in processione e di individuare il punto in cui si dice la messa. Prima della II guerra mondiale il palio era unico e non superava i 4 metri , oggi raggiunge anche i 20 metri. La squadra dei portatori e' attualmente composta da almeno sette persone: due addette a portare il palio e gli altri a controllare le corde che servono per equilibrarlo. Il palio veniva vestito (addobbato) 3-4 giorni prima della festa con fazzoletti e scialli, tenuti insieme con fasce per neonati, raccolti casa per casa e che venivano restituiti dopo la festa. La raccolta dei fazzoletti per molti giovani era forse l'unica occasione per conoscere e incontrare le donne, il cui nome veniva appuntato ad un angolo del fazzoletto su un pezzo di carta ed inserito poi, durante la vestizione, sotto la fascia con cui era avvolto il palio. Chi donava un fazzoletto per il palio si privava di un oggetto molto personale per poterlo sventolare in onore del Santo e per ottenere le grazie, chi donava la fascia del proprio bambino chiedeva protezione per il figlio. Autorizzati dalla guardia forestale, in aprile nel bosco di S. Onofrio si taglia l'albero più alto che si trova, tiglio o carpino (albero molto dritto che puo' raggiungere anche i 20 metri), lo si priva dei rami e lo si porta al paese, dove viene fatto essiccare e quindi privato della corteccia. Qualche giorno prima della festa i palij vengono addobbati con i fazzoletti conservati dai vari gruppi, in cima ad ogni palio vengono messi lunghi nastri colorati e un pennacchio, che caratterizza le diverse squadre di portatori. La mattina del 16 maggio, i palij vengono portati al Largo Rosario, il palio più “anziano” verrà portato davanti e più vicino al Santo, gli altri precederanno la processione. I palij portati eretti (per onorare il Santo e per mostrare l'abilita' e la forza fisica degli uomini) con i loro colori, permettono a chi rimane in paese di seguire il Santo in processione fino a Monte Corvino. L'altezza e il numero dei palij ha comportato una forma di agonismo con la premiazione del palio più alto e più bello. A Monte Corvino, dopo la messa, viene svolta anche una cerimonia di tipo propiziatoria del mondo agricolo, la benedizione dei punti cardinali. La statua del Santo viene portata ai quattro lati dei ruderi della cattedrale e posizionata con il viso rivolto ai campi viene impartita la benedizione ai raccolti.
- dall'introduzione di Carolina Niro -